Piove.
Fa freddo.
Giornata di merda.
Giornata, hai 13 ore di tempo per migliorare e stupirmi.
Aggiungo la riflessione del pomeriggio.
Rischio di andare contro corrente e dire cose sgradevoli ai più, ma chi se ne frega: mica sto pubblicando su Facebook!
Qualche decennio fa ogni persona viveva le diverse età della sua vita seguendo delle regole ben precise, anche se non scritte, inserito in ruoli ben definiti. E, in un certo senso, tutto ciò era rassicurante.
I bambini facevano i bambini. Stavano zitti e non disturbavano i grandi.
Le donne a vent'anni si sposavano ed entravano nel ruolo di casalinga, moglie e madre. Le donne che non si sposavano diventavano automaticamente zitelle e facevano le zie.
Gli uomini si sposavano, facevano figli e lavoravano finché campavano. Quelli che non si sposavano, restavano "vedrani" e andavano in chiesa o in osteria.
I matrimoni, spesso, non erano frutto d'amore o di passione, ma erano quasi matrimoni combinati. I due coniugi stavano insieme tutta la vita. Nel migliore dei casi si volevano anche bene. Nel peggiore dei casi si picchiavano. Non esistevano le chat e i club per scambi di coppia, perciò le corna si mettevano tranquillamente in casa tra cognati o coi vicini di cortile.
Le donne invecchiavano, andavano in menopausa, si mettevano un bel fazzoletto nero in testa e facevano le nonne.
Gli uomini invecchiavano, andavano in pensione (forse) e giocavano a carte in osteria. Fine.
E NON GUIDAVANO.
Oggi siamo potenzialmente liberi. Di sposarci a che età vogliamo. Con chi vogliamo. Di fare o non fare figli, a qualsiasi età. Di separarci, sposare un altro/a. Fare le corna, non fare le corna. Metterci in minigonna a sessant'anni. Fare i bicipiti in palestra a settant'anni e rischiare l'infarto in bicicletta con improbabili tutine fluorescenti.
Vedo foto di quarantenni - scosciate o scollate - disperatamente alla ricerca di un uomo (qualsiasi uomo), di cinquantenni che ci provano con le ventenni per vivere di una giovinezza riflessa e si fanno le lampade, ma non lo ammettono neanche sotto tortura. Donne che nascondono le rughe come fosse una vergogna, che prendono le pastiglie per prolungare l'età fertile chimicamente e non andare in menopausa. Vedo bambine vestite e atteggiate da donne, padri sciagurati che pubblicano la foto del proprio figlio di due anni con la sigaretta (spenta) in bocca e che commentano "guardate che figo mio figlio!". Vedo donne sole. Uomini soli. Vecchi che vorrebbero essere giovani. Genitori che fanno GLI AMICI DEI FIGLI e 'sti poveri cristi dei figli che, invece, vorrebbero dei GENITORI, perché gli amici ce li hanno già a scuola o ai giardinetti.
E concluderò con una frase banale, che più banale non si può: la libertà è una bellissima cosa, ma saperla gestire veramente bene è davvero molto difficile.
Quasi quasi sarebbe meglio non averla.
Postilla prima di sera (oggi sono prolissa):
se mi viene la tentazione di tornare su Facebook, basta pensare a questa frase e a tutti quelli che la condividono e se la "piacciono", credendo che sia illuminante, per farmi passare la voglia.
Io vorrei tanto sapere chi l'ha concepita. Chi l'ha propagata. Chi l'ha resa graficamente insopportabile con i vari font pseudo-artistici.
Vorrei saperlo, cercarlo, trovarlo e tagliargli le mani.
(Ma ce ne sono molte altre, eh!)

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